mercoledì 3 settembre 2014

Delitto 1968: prima parte. UNA SOLA PISTOLA, MOLTI ASSASSINI.


Quante volte può sparare una pistola? Tante, ovviamente. Quante persone possono utilizzare quella stessa pistola per uccidere? Diversi, ovviamente. E quanti possono uccidere la medesima persona con la medesima pistola? Solo uno può. Questa dovrebbe essere la risposta. In realtà dipende dalle pistole. Non tutte sono uguali, nella storia del crimine esistono proiettili magici e pistole stregate. Un proiettile magico uccise il presidente Kennedy, una pistola stregata uccise due amanti. Già… due amanti. Cosa c’è di più scontato che uccidere colui che tradisce insieme al suo amante? Il marito ammazza la moglie e il suo stramaledetto ganzo. Fine delle storia.


INIZIO

Era una notte buia e tempestosa… No, non esattamente, per questa pistola stregata la notte era serena e afosa. Comunque era notte. Quella dannata pistola entrò in azione quella sera e uccise i due che amoreggiavano in macchina. Quella dannata pistola ucciderà ancora altre sette coppie di innamorati. Quella dannata, dannatissima pistola non solo uccideva ma riusciva a mandare in galera chiunque. Venne forgiata nelle operose officine della Beretta, prestigioso marchio di fabbrica per prestigiose armi da fuoco. Ma quando gli altoforni fusero l’acciaio di quella pistola, di turno quella volta doveva esserci Satanasso in persona
La Beretta calibro .22 Long Rifle (a canna lunga) utilizzata per tutti i delitti da Mostro di Firenze


Il 21 agosto del 1968, mercoledì, Enrico si reca a casa di Stefano Mele, il quale nel pomeriggio si era sentito male sul lavoro ed era rientrato. A casa del Mele, Enrico incontra Virgilio. Costui come vede Enrico si sente male per il troppo caldo e preferisce ritirarsi. Enrico deve aver avuto un sogghigno nel vederlo uscire. Ma quel ghigno, anche quel ghigno, era opera di Satanasso.

In verità Enrico non si chiamava Enrico e Virgilio non si chiamava Virgilio. Ma, chissà per qual motivo, Stefano Mele li chiamava così. I due erano siciliani, il Mele era sardo. E sarda era la moglie, Barbara Locci. Tutti isolani. Ma erano tutti sul continente. In Toscana per la precisione. A Signa per l’esattezza. Enrico, al secolo Antonio Lo Bianco, faceva il muratore, aveva 29 anni e tre figli. Virgilio si chiamava in realtà Carmelo Cutrona. I due siciliani erano come cumpari Turiddo e cumpari Alfio. Lola era Barbara. Barbara… di nome di fatto. Una donna incapace di legami veri. Indomabile. Sempre alla ricerca di un uomo. Non era bella. Ma era disponibile. E gli uomini cosa non avrebbero dato per un po’ di piacere…

Cutrona andò la cinema. Antonio andò al cinema. Carmelo andò con lo zio. Antonio andò con Barbara. Carmelo arrivò all’alba del giorno dopo. Antonio no.


Barbara Locci e Antonio Lo Bianco

La Beretta calibro .22 munizionato con cartucce Winchester serie H LG (long rifle) fece il suo ingresso nella storia del crimine stampando a caratteri cubitali i nomi di Antonio Lo Bianco e Barbara Locci nelle prime pagine dei quotidiani. Poi quei nomi si affievolirono… si stinsero… si opacizzarono sino a sparire del tutto. E nessuno se ne sarebbe più ricordato ma nel 1982 quel delitto venne associato a un nome che incuteva terrore: il Mostro di Firenze. Come, il Mostro di Firenze? E cosa c’entra lui con i due amanti? Non li aveva uccisi il marito reo confesso, Stefano Mele? Sì, forse. Ma la pistola non venne mai trovata. Quindi qualcun altro deve averla usata mentre egli soggiornava nelle patrie galere. E come ha fatto la Beretta a finire dalla mani di Mele a quelle del Mostro? Magari lui l’ha perduta quella notte… forse… Ma anche le maledette cartucce sono le medesime dal 1968 al 1982 e poi fino al 1985. Mele perse anche quelle la notte del delitto? Allora, da allora, ecco fiorire mille teorie, mille ipotesi, mille tesi. Mele ha ucciso con un complice. Mela ha ucciso da solo. Mele non ha mai ucciso ma conosceva l’assassino. Mele non ha mai ucciso e non conosceva l’assassino.

Una cosa è certa: Mele non era il Mostro. Quindi? Chi ha ucciso Barbara Locci e Antonio Lo Bianco?




1 commento:

  1. Vorrei sapere chi era il toscano che si era innamorato della barbara locci,nessuno lo sa di preciso,il vinci aveva detto che quel toscano si era invaghito della locci,forse era il futuro mostro di Firenze?non era il narducci perché se non sbaglio lui è umbro,e poi si parla di una lambretta come possibile mezzo usato per seguire ed uccidere la coppia usata dal mdf,una lambretta che forse aveva anche mio padre in quegli anni,perche in famiglia sentivo una storia di una lambretta che mio babbo aveva portato a prato da san sepolcro,che poi i fratelli avevano voluto che la riportasse a sansepolcro perche litigavano che era di tutti i fratelli !

    RispondiElimina