mercoledì 2 marzo 2011

Riporto il seguente articolo:

ROMA, 1 MARZO – I criminologi più famosi d’Italia, Tracciano un ritratto preciso dell’assassino, che ha barbaramente trucidato e spezzato la vita della giovanissima Yara Gambirasio.
Secondo Francesco Bruno, criminologo e docente di Psicopatologia forense e criminologia all’università La Sapienza di Roma, la giovane vita di Yara, è capitolata così: “è stata uccisa subito, nel giro di mezz’ora dal rapimento” e il suo corpo “probabilmente è stato sempre lì dove è stato trovato” sabato scorso, in un campo di sterpaglie a 10 chilometri da casa della 13enne. Ad ucciderla, prosegue il criminologo, “non è stato un serial killer o un ‘mostro’, non mi sembra un omicidio passionale: è un omicidio volontario premeditato di qualche sicario o killer che ha fatto egregiamente il proprio mestiere, peraltro facile. L’hanno uccisa e basta”, conclude Bruno.
Oggi, intanto, l’autopsia sul corpo della 13enne, che proseguirà tutta la notte, presso l’istituto di Medicina legale, al lavoro un’equipe di medici guidata dall’ anatomopatologa Cristina Cattaneo, esperta che in passato si è occupata delle vittime delle Bestie di Satana e del caso di Elisa Claps.
Per ora, medici legali e investigatori sembrano convergere sul fatto che sia stata assassinata subito dopo la sua sparizione.
Il profilo, secondo Francesco Bruno, sarebbe il seguente: L’omicidio sarebbe avvenuto perché qualcuno avrebbe voluto vendicarsi o ricattare la famiglia Gambirasio. L’uomo conosceva Yara, la ragazzina infatti avrebbe approfittato di un suo passaggio in macchina. L’assassino avrebbe quindi agito freddamente, calcolando ogni dettaglio, ma il criminologo ipotizza anche che abbia potuto agire assieme ad un complice. Poi avrebbe fatto ritrovare il cadavere: il soggetto sarebbe quindi un freddo manipolatore.
Invece, secondo Carmelo Lavorino, direttore del Centro di studi di investigazioni criminale, il profilo sarebbe: Secondo le sue ipotesi l’assassino avrebbe agito perché Yara ha rifiutato i suoi approcci sessuali. Anche in questo caso Yara avrebbe conosciuto il suo aguzzino, e sarebbe una persona adulta, un vicino di casa o un amico di famiglia, niente legami troppo stretti. Anche se ha agito d’impulso, per salvare la sua dignità ferita, è stato in grado di recuperare il controllo in poco tempo. Con freddezza avrebbe quindi seguito le indagini, giocando a cluedo: far ritrovare il cadavere sarebbe stato un atto di negazione psichica, un gesto per tentare di lavarsi la coscienza.
Ricatto o Raptus Sessuale, allora? Per Bruno, avrebbe agito una o più persone che volevano ricattare o vendicarsi della famiglia. Per mano di un conoscente, un vicino di casa o un amico di famiglia, in seguito a un approccio sessuale respinto, secondo le conclusioni di Lavorino.
Gli esperti la pensano diversamente su tutto tranne che su due punti: il cadavere è stato fatto ritrovare e soprattutto l’omicidio è maturato sotto casa.

Premesso che io ho grande stima di questi due illustri criminologi, invito tutti a leggere Il delitto di via Poma di Carmelo Lavorini. Un libro che spiega molto bene come pensa un esperto del settore (anche se non ne condivido le conclusioni). Premesso ciò, dicevo, non concordo con nessuno dei due anche se abbraccio più la tesi di Lavorini e rigetto del tutto quella di Francesco Bruno.
Un sicario che uccide una ragazzina per punire una famiglia o un membro di esso fa parte di una cultura e di un contesto del tutto estraneo sia alla famiglia Gambirasio che alla comunità di Brembate. Comunque, neppure nelle faide si uccidono i bambini per vendetta.
Riguardo allo scenario proposto da Lavorini non credo che Yara sia stata una vittima prescelta. Addirittura pare che a dover portare lo stereo in palestra non avrebbe neppure dovuta essere lei bensì la sorella. In ogni caso come faceva l’aggressore a sapere che quella sera Yara o la sorella sarebbero dovute uscire di casa per recarsi in palestra? E come faceva a escludere che il padre non sarebbe andata a riprenderle oppure che sarebbero uscita in compagnia? A mio avviso è molto più probabile che l’offender abbia prescelto il luogo e non la persona. Riguardo alle videocamere che sapeva essere inattive rispondo che di certo il rapimento è avvenuto in una zona non coperta da queste. Anzi, mi chiedo se è possibile capire quando una telecamera è in funzione o meno. Sinceramente non ho conoscenze tecniche specifiche per rispondere a tale quesito.
Qualcuno ha obiettato che una sola persona non avrebbe potuto attuare il rapimento di Yara: rispondo invitando a leggere le biografie dei più spietati seril killer. Loro riuscivano a rapire ragazze, tenerle sotto controllo, ucciderel facendo tutto da soli. Perché a costui dovremmo negare una tale capacità?

DEDUZIONI SULLA DINAMICA DELL’OMICIDIO

Approfondisco meglio la dinamica dell’omicidio precisando che tali deduzioni hanno come unica fonte notizie di pubblico dominio. Certamente la mia ricostruzione sarà lacunosa, non avendo io a disposizione nessuna documentazione ufficiale dell’inchiesta.

Sequestrare una ragazzina non è una cosa facile. Eppure quest’uomo ci è riuscito. Questo vuol dire che ha ottime capacità organizzative. Però non ha tenuto conto del fattore umano. La reazione di Yara ha mandato all’aria i suoi propositi. Credeva di avere maggiori capacità manipolative, in realtà la situazione gli è sfuggita di mano e non ha saputo riprenderla in pugno.
Ha pianificato il suo crimine in quattro fasi:

  1. rapimento
  2. violenza
  3. omicidio
  4. occultamento del cadavere

Solo la prima parte gli è riuscita come aveva programmato. Bisogna capire cosa non ha funzionato dopo e come avrebbe invece dovuto funzionare.
Se è stato meticoloso nel progettare il rapimento dovrebbe essere stato altrettanto meticoloso nel prosieguo del piano.
Doveva avere un luogo dove consumare la violenza. Non penso che dopo aver abusato di Yara si sarebbe accollato l’alea di  portarla in un altro posto per ucciderla. Dunque, nei suoi propositi tutto doveva svolgersi in un unico luogo. Questo luogo non può essere il campo dove è stato rinvenuto il corpo di Yara perché si tratta di uno spazio aperto dove chiunque avrebbe potuto improvvisamente accedere per qualsiasi motivo.
Né, credo, il posto poteva essere molto lontano dalla palestra dove ha attuato il rapimento. Il suo piano prevedeva un breve tragitto, una rapida violenza, una veloce esecuzione, un celere occultamento del cadavere. Tutte queste premesse possono essere soddisfatte se tali posti coincidono tutti con uno solo.
Il contatto con la vittima doveva essere breve poiché da solo non avrebbe potuto tenerla a bada a lungo. Dato che i cani molecolari si sono fermati nel cantiere di Mapello, probabilmente è lì che si è recato con Yara. Non solo, l’utenza di Yara si interrompe proprio in quella zona, segno che egli ha disattivato il segnale in quella zona. Per spegnere il cellulare deve necessariamente fermarsi, e toglierlo a Yara. Questo presuppone che l’aggressore non stia guidando l’auto.
Forse, aveva individuato un capannone, o qualcos’altro. Egli sa che la denuncia di scomparsa scatterà  entro pochi minuti e i carabinieri del posto si attiveranno: non ha sequestrato un adulto bensì una minorenne, non si perderà tempo. Come infatti è accaduto.
Presumo, non avendo trovato tracce di Yara nel cantiere, che la dinamica del delitto sia avvenuta all’interno dell’automezzo. Forse nelle sue intenzioni c’era quella di farla scendere e recarsi in un posto appartato. Ma la ragazzina ha deciso di reagire, deve avere approfittato di una distrazione, magari proprio mentre egli cercava di disattivare il cellulare. Forse Yara a questo punto si è sentita persa senza poter più usufruire del telefonino per cui ha reagito cercando la fuga. L’uomo però glielo ha impedito e fra i due è iniziata una lotta che è degenerata nell’omicidio.
Nel suo piano Yara avrebbe dovuto morire in altro modo, oppure, se si tratta di un perfetto estraneo, non morire affatto. Forse l’avrebbe lasciata lì viva e lui se ne sarebbe andato via. Ma di questo dubito abbastanza. Oppure, nel suo piano c’era l’omicidio per strangolamento, avrebbe fatto credere che l’avrebbe rilasciata ma poi una volta girata con una corda l’avrebbe strangolata. Dopodiché non si sarebbe recato fuori dal cantiere ma aveva già individuato un posto dove occultarla. Non penso si sarebbe messo in viaggio con un cadavere in macchina e magari i carabinieri in giro a cercare la ragazza. Tuttavia, non posso escludere che nei suoi piani l’omicidio doveva avvenire nel cantiere ma il corpo era comunque destinato a finire in via Bedeschi.
Perché evitare a tutti i costi il cantiere? Perché la scomparsa di Yara non avrebbe dovuto venire messa in relazione con questo luogo? Perché, come ho già ribadito, lui ha un contato con questo posto.
Forse aveva pensato a quelle pozze d’acqua che poi sono state prosciugate, forse intendeva metterla in qualche fosso sotto un metro di terra che poi sarebbe stato riempito. Non ho elementi per fare ulteriori congetture.
Però, lo spargimento di sangue ha vanificato questo piano. Il sangue avrebbe richiamato l’attenzione degli operai e il corpo sarebbe stato cercato e trovato proprio nel cantiere.
Non si può permettere questo, per cui si sposta verso Chignolo d’Isola, in via Bedeschi. Forse quel campo può essere facilmente raggiunto lasciando la macchina poco lontano dalla strada. Lui è costretto a fare in fretta, trascina il corpo, non lo solleva, questo mi ha fatto pensare che non abbia abbastanza forza fisica. Però può anche essere che non lo solleva per non macchiarsi ulteriormente di sangue.
Non poteva immaginare che per tre mesi nessuno avrebbe notato il corpo di Yara anche se non si faceva illusioni che prima o poi qualcuno vi sarebbe inciampato.
È stato molto furbo nel lasciare addosso al cadavere tutti gli effetti personali. Però manca il telefonino. Quella sera non è riuscito a trovarlo perché nella colluttazione è finito chissà dove. Ma non essendo mai stato trovato penso che fosse nella sua macchina e lui lo ha recuperato con suo grande sollievo la mattina dopo quando di certo ha lavato l’auto.
Non ho ulteriori elementi per fare altre ipotesi diverse da questa.

Ultimissime

PS: notizie dell’ultima ora asseriscono che secondo gli inquirenti Yara conosceva il suo assassino e l’omicidio sarebbe avvenuto proprio nel campo dove è stata trovata. Staremo a vedere, sinceramente dubito molto che queste conclusioni siano giuste per tutti i motivi su esposti. Aggiungo che la posizione del corpo suggerisce un trascinamento questo fa pensare che sia stato portato lì e che la dinamica dell’omicidio sia avvenuta altrove.

Altra novità, Yara sarebbe stata rinvenuta senza guanti: questa sì che potrebbe essere importante se ha graffiato il suo aggressore. Intanto è stato preso il DNA di pregiudicati per reati sessuali. Questo significa che hanno il DNA dell’assassino? Io non credo, sperano di trovarlo, oppure è una mossa per destabilizzarlo, spingerlo a fare una mossa che lo tradisca. Ma se lui indossava i guanti, non è stato graffiato, aveva anche un cappello, credo che difficilmente la cosa lo spaventi.



Trovo però strano che gli inquirenti abbiano permesso che la scena del crimine fosse inquinata da centinaia di curiosi prima che gli accertamenti fossero stati completati. Il sequestro dell’area avrebbe dovuto continuare per qualche giorno ancora.

Infine, mi ha sorpreso vedere dei genitori portare dei fiori sul luogo dove è stata rinvenuta Yara portandosi dietro dei bambini!!!



Nessun commento:

Posta un commento