venerdì 1 ottobre 2010

Primi sospetti

Continua articolo del 30 settembre 2010

Leggiamo sulle news che il Procuratore che indaga sulla scomparsa di S., pare non credere alle coincidenze. Ovvero, trova sospetto che a ritrovare il cellulare di Sarah sia stato proprio lo zio. Giustamente gli inquirenti dubitano. Se le fonti sono attendibili, chi investiga crede che qualcuno abbia volutamente fatto trovare il cellulare al signor Micheli Misseri. Come mai, ci si chiede, nessuno aveva notato il cellulare il giorno in cui c'erano gli operai mentre quando lo zio di S. va a recuperare un cacciavite ritrova questo prezioso oggetto per le indagini? Sono domande legittime alle quali bisogna dare una risposta. Detta così, però, i riflettori vengono puntati nello stretto entourage della famiglia. Poiché solo in famiglia potevano sapere che il signor Misseri sarebbe ritornato sul luogo. Però, ci permettiamo di notare che il cellulare era parzialmente bruciato, segno che è capitato tra il fogliame da ardere il giorno prima che il Misseri si recasse a recuperare il cacciavite. Qualcuno deve averlo buttato fra le erbacce e non possono essere stati che gli stessi operai ai quali  evidentemente era sfuggito. Il telefonino ha rischiato di fondere. Ora, c'è da domandarsi, se qualcuno voleva far trovare l'oggetto al Misseri doveva sapere il momento esatto in cui costui si sarebbe recato nel campo. E su questo ancora possiamo pensare a qualcuno della famiglia. Ma costui doveva anche sapere dove, in quale parte del campo il Misseri si sarebbe recato per ritrovare il cacciavite. Insomma, dobbiamo credere che quando il Misseri si muove spiega passo passo quello che farà. Non dice: "Vado a recuperare un cacciavite." Fa di più, asserisce: "Vado a recuperare un cacciavite che ho lasciato nel terzo filare del campo presso il casamento sotto il quinto albero di pesco." Si fa per dire, ovviamente. Non sappiamo neppure se egli avesse idea di dove aveva lasciato questo cacciavite. A meno di non credere che in questo episodio non c'era nessun cacciavite da recuperare. Insomma, tutta una pantomima. 
Gli inquirenti hanno ragiona a dubitare. Bisogna diffidare delle coincidenze. Non si deve lasciare nulla di intentato. Però ci sfugge il senso di questo ritrovamento pilotato. Perché, se così stanno le cose, hanno voluto che il Misseri trovasse il cellulare? Se in questa storia sono coinvolti i familiari, una mossa del genere ci pare del tutto controproducente per loro stessi. Noi abbiamo dei dubbi che le cose stiano così. Però è anche vero che non abbiamo mai considerato tale possibilità. Cioè che qualcuno della famiglia fosse coinvolto in questa vicenda. Non ci sembrava che ci fossero le premesse per ragionare su tale ipotesi.
Staremo a vedere.

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